03/09/10

A proposit di Resie

Di secui in Friûl a vivin adun comunitâts che a fevelin lenghis diviersis, dispès declinadis in plui varietâts locâls. Al è un dai elements che a insiorin la nestre tiere. Cheste pluralitât e à però puartât daûr ancje un tic di ambiguitât intal ûs de peraule “furlan” (tal sens che a voltis si le dopre par indicâ ducj chei che a vivin dentri dal cussì clamât Friûl storic, e a voltis dome chei che a àn tant che lenghe proprie il furlan) e, ciertis voltis, dal stes concet di Friûl.

La Val di Resie e je in Friûl. Su chest no son dubis. Al è clâr che alore, di un pont di viste gjeografic / teritoriâl, i siei abitants si puedin tignî di furlans. Chel istès no son dubis sul fat che Resie e je intal stât talian e, duncje, cui che al vîf alì al è un citadin talian (ma ocjo a no confondi concets tant che citadinance, nazionalitât e partignince linguistiche). La lôr lenghe però no je chê ladine furlane, ma une varietât slovene. Une varietât che e à caratars avonde particolârs, al pont di atirâ la atenzion di cetancj studiôs, ma che ducj i linguiscj seris a calcolin de famee slovene. Sul sens di partignince dai roseans (ma ancje di cualsisei altri) al è dificil di dî alc par vie che si trate di sintiments personâi: ognidun le pense come che al vûl e al à dirit di fâlu.

Chel istès, al è za di un pôc di timp che cualchidun al vûl imponi a ducj i roseans la sô concezion identitarie. Par fâlu, tra lis altris, al conteste la aplicazion de leç statâl 38/2001 che no impon nuie a di nissun, ma e lasse la libertât a cui che al vûl di esercitâ i siei dirits linguistics. Un di chescj dirits al è, par esempli, chel di vê une cjarte di identitât bilengâl. Se un nol à voie di vê il document in dôs lenghis baste che no lu domandi, nissun lu oblee. Ma par cualchidun nol è avonde, e alore al atache cui che al esercite chest dirit e lu intimidìs: al è un mût di fâ pardabon incivîl, che nol è justificabil e che no si pues acetâ.

Cumò, di chei stes ambients, si volarès fintremai cjapâ dentri i roseans inte comunitât di lenghe furlane. Cussì no dome si va di là di ogni criteri sientific o linguistic, ma si va fûr di ogni gracie di Diu! E al è di sgrisulâsi a pensâ che a puedin jessi dai aministradôrs che i dan cuarde a cui che al fâs propuestis dal gjenar. Achì no je cuistion di parts politichis, ma dome di bon sens. Se no le finìn cun dut chest tuessin o riscjìn di cjatâsi ducj invelegnâts…

3 commenti:

Comitât 482 ha detto...

Chi disot o publichìn il comunicât stampe dal diretîf dal Circul Culturâl Rosean "Rozajanski Dum" che al fâs il pont su la situazion che si vîf inte Val di Resie


Comunicato stampa


Il Direttivo del Circolo Culturale Resiano “Rozajanski Dum”, si è riunito recentemente per esaminare i fatti successi nel corso di questi ultimi mesi di luglio ed agosto circa il rilascio della prima carta d’identità bilingue, l’invio alle famiglie resiane di un questionario di “censimento etnico” e la decisione del Consiglio Comunale di uscire dalle leggi di tutela della minoranza linguistica slovena, che comprendono anche il Comune di Resia, per identificarsi “minoranza linguistica friulana” e, di conseguenza, entrare in questo gruppo linguistico.
I componenti del Direttivo, manifestando la totale disapprovazione per quanto è accaduto, hanno espresso la solidarietà più ampia al signor Gabriele Cherubini che, per aver chiesto la carta d’identità bilingue (italiano-sloveno), come era suo diritto per legge, è stato oggetto di offese, minacce e intimidazioni.
Solidarietà e vicinanza viene espressa anche alla responsabile del Gruppo Folkloristico resiano, Pamela Pielich, anche lei offesa e minacciata per motivi incomprensibili proprio alla vigilia della partenza del Gruppo folkloristico per la tournée in Giappone e per il fatto che al Gruppo stesso ed ai suoi componenti sia stato augurato di fare un viaggio di sola andata.
Il Sindaco in questo frangente non si è dimostrato essere il “Sindaco di tutti” perché ha tollerato passivamente lo svolgersi di queste manifestazioni non proprio civili e non ha preso posizione, a sostegno dei cittadini ingiustamente offesi e minacciati, dissociandosi da ciò.
A riguardo del questionario di “censimento etnico”, inviato dall’Amministrazione comunale a tutti i maggiorenni residenti nel Comune, il Direttivo esprime riserve sulla sua legittimità, anche per quanto riguarda la privacy visto che con i dati da riportare non è difficile risalire all’interessato considerato che in valle ci si conosce praticamente tutti. Questo creerebbe inoltre una divisione ed una schedatura dei resiani ed essendo questo censimento privo di qualsiasi controllo e garanzia si può anche pensare che i risultati potrebbero essere falsati o addirittura confezionati da chi ha l’interesse di ottenere la risposta voluta.

Comitât 482 ha detto...

A riguardo poi della decisione presa dal Consiglio Comunale per far uscire Resia dalle leggi di tutela a favore della minoranza linguistica slovena e a farla rientrare in quella friulana manifesta tutto il suo sconcerto. È una decisione grave che va contro gli interessi di Resia e dei Resiani e non mancherà di produrre i suoi effetti politici devastanti.
Non si può produrre atti del genere sulla spinta di pressioni ideologiche e di persone che, non conoscendo e vivendo a fondo la nostra realtà, giocano con la politica dello sfascio.
Per maggiore precisione si evidenziano i punti della decisione consigliare:
- Uscita dalla legge 38/01 e normative consequenziali in quanto manca il presupposto
fondamentale della storicità dell’insediamento della minoranza slovena sul territorio comunale;
- Inserimento all’art. 2 della legge 482/99 anche della lingua e della cultura della popolazione che
parla il “resiano”;
- Inserimento, in conformità all’art. 3 della legge 482/99, del Comune di Resia, nell’ambito
territoriale e subcomunale in cui si applicano le disposizioni di tutela della minoranza linguistica
friulana, storicamente presente nel Comune di Resia;
- Affidamento al Sindaco dell’incarico di promuovere ogni legittima azione finalizzata alla
salvaguardia dell’etnia resiana presso le Autorità e gli Organismi competenti.
Resia è inserita nel contesto delle leggi di tutela della minoranza slovena della Regione Friuli Venezia Giulia perché il resiano, o il Po nes, così come il Po našan della Val Canale, o il Po našin delle Valli del Torre e Natisone sono tutte forme dialettali della lingua slovena. E di questo il Parlamento italiano, all’epoca, prima di legiferare sicuramente ne era ben informato.
Definire storicamente presente la minoranza linguistica friulana nel Comune di Resia è un assurdità.
Le leggi 482/99, 38/2001 e 26/2007 sono leggi che hanno aiutato e aiutano anche la nostra comunità. Basti citare solo alcuni dati: contributi per attività di valorizzazione del dialetto e della cultura resiani nelle scuole, per l’attività di sportello linguistico presso il museo dell’arrotino, biblioteca e archivio storico comunali a Stolvizza, attività di varie associazioni culturali locali, contributi per iniziative economiche, gestiti dalla Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale, ed altro ancora.
Al resiano ed alla cultura resiani così come a tutti i cittadini nulla è stato tolto, tanto meno la “storia millenaria”, anzi è proprio a queste leggi che potremmo anche in futuro conservare la nostra cultura in alternativa, non potremmo certo tutelare il resiano parlando l’italiano o imparando il friulano.
L’estate amara di Resia è, speriamo, alle spalle e ci si augura che gli atti incivili ai cui abbiamo, purtroppo, assistito, non si ripetano più.


Luigia Negro
Presidente
Circolo Culturale Resiano
“Rozajanski Dum”

michi ha detto...

Al è di no crodi come une piçule comunitât di 1.200 personis di lenghe no taliane e sedi sledrosâde e cancelade dal nazionalisim talian che nol rive a rispietâ nuie e nissun.

Ce isal di mâl a fevelâ un dialet sloven? Parcè inventâ teoriis sbaladis dome par no ricognossi cheste realtât?