28/06/14

In Regjon e covente une rivoluzion culturâl pe lenghe furlane

Al è zaromai passât un an di cuant che la gnove Zonte regjonâl e à tacât a lavorâ e il Comitât 482, adun cu lis realtâts associativis che a son in prime linie intal promovi la lenghe furlane (Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl, Societât Filologjiche Furlane, Radio Onde Furlane - Informazion Furlane, La Patrie dal Friûl, Il Diari, Union Scritôrs Furlans, Glesie Furlane, Istitût Achille Tellini, KappaVu, Colonos, Ladins dal Friûl, Serling, CLAAP), a àn metût jù un document che al fâs il pont su lis politichis pe lenghe furlane metudis in vore dal esecutîf regjonâl fin cumò.  

2 commenti:

Comitât 482 ha detto...

L’associazionismo militante friulano unito:
in Regione serve una rivoluzione culturale per la lingua friulana


Trascorso ormai un anno dall’insediamento della nuova Giunta regionale guidata da Debora Serracchiani le principali realtà associative e informative impegnate nella promozione della lingua friulana – Comitato 482, Comitato per l’Autonomia e il Rilancio del Friuli, Radio Onde Furlane / Informazione Friulana, Società Filologica Friulana, La Patrie dal Friûl, Il Diari, Union Scritôrs Furlans, Glesie Furlane, Istituto Achille Tellini, KappaVu, La Vita Cattolica, Colonos, Ladins dal Friûl, Serling e CLAAP – intervengono in maniera unanime per chiedere un cambio di mentalità da parte delle istituzioni regionali che permetta non solo di garantire i diritti linguistici, ma anche di rendere il nostro patrimonio linguistico, culturale e identitario una marcia in più per tutta la regione. L'occasione è una conferenza stampa tenutasi oggi, venerdì 27 giugno, presso il palazzo della Regione a Udine.
In un momento in cui gli attacchi all’autonomia del Friuli – Venezia Giulia e delle sue istituzioni aumentano e l’unica ragione valida di autogoverno – in linea con quanto accade nel resto d’Europa – risiede nella presenza maggioritaria di comunità che parlano una lingua propria diversa da quella statale, è pura ipocrisia pensare di giovarsene senza politiche linguistiche serie e investimenti significativi. In pratica, servono qualità, quantità e continuità, non certo lo 0,02% che la finanziaria regionale riserva alla lingua friulana.
In questo anno di governo della Giunta Serracchiani, che si trovava a gestire la difficile eredità lasciata dall’esecutivo precedente, ci sono stati dei passi avanti, ma gli elementi negativi sovrastano quelli positivi. Tra le note di merito troviamo l’approvazione del regolamento per la certificazione linguistica, il superamento dei tagli lineari per i soggetti di primaria importanza per la lingua friulana e l’adesione del Consiglio regionale alla rete europea per la promozione della diversità linguistica (NPLD). Ben più lunga la lista degli elementi negativi: il blocco della programmazione delle politiche linguistiche per il friulano legata al mancato via libera al Piano Generale di Politica Linguistica; l’assenza di relazioni sull’attuazione della legge sul friulano; l’azzeramento dei fondi per la cartellonistica e per la comunicazione istituzionale in lingua friulana (legge 482/99) mentre le scelte sugli sportelli linguistici rischiano di cancellare esperienze positive e di premiare realtà che non hanno prodotto i risultati sperati; la mancanza di criteri chiari nell’attribuzione delle risorse agli enti impegnati per il friulano; elementi discriminatori nell’assegnazione dei fondi per la cultura; politiche per i media che penalizzano proprio i mezzi di comunicazione che più e meglio hanno lavorato in questi anni con e per la lingua friulana.

Comitât 482 ha detto...

C’è l'istruzione… In Friuli - Venezia Giulia il plurilinguismo dovrebbe essere il principio base di tutte le scuole, ma per passare dalla teoria alla realtà la Regione dovrebbe impegnarsi per ottenere la competenza primaria in tale ambito e le risorse necessarie par svilupparla. Nel frattempo, l’insegnamento curricolare della lingua friulana previsto dalla legge regionale arranca. Manca infatti una formazione sistematica per gli insegnanti di/in friulano e il loro riconoscimento professionale attraverso un’apposita classe di concorso, c'è la necessità di modifiche e integrazioni al regolamento regionale, servono testi e strumenti scolastici adatti. Non è un caso che la maggior parte degli interventi seguiti alla presentazione del documento unitario da parte dal portavoce del Comitato 482 siano stati dedicati alla funzione centrale che spetta alla formazione (in entrata e in servizio) e dove invece il lavoro è ancora tutto da fare.
Per l'associazionismo militante friulano un primo segnale positivo potrebbe arrivare dall’approvazione in tempi rapidi del Piano Generale di Politica Linguistica e dalla sua completa copertura finanziaria attraverso le variazioni di bilancio. Si tratta però di un'azione insufficiente se non sarà accompagnata da un deciso cambio di rotta che riconosca a friulano, sloveno e tedesco quel ruolo centrale che spetta agli unici elementi ancora in grado di dare sostanza alla specialità della nostra Regione e ai benefici che ne derivano per tutti i cittadini del Friuli - Venezia Giulia.
Allargando lo sguardo all'Europa e prendendo come riferimento il numero dei parlanti, vi sono almeno due realtà confrontabili con il Friuli - Venezia Giulia: la Comunità Autonoma Basca e il Galles. Nel primo caso per la promozione della lingua propria - istruzione e media esclusi - si investe l'1% del bilancio regionale (oltre 100 milioni di euro), in Galles - senza contare le risorse per scuole e radiotelevisione - l'investimento per la lingua è dello 0,17% (oltre 30 milioni) rispetto al bilancio locale. C'è un abisso tra questi dati e lo 0,02% che il Friuli - Venezia Giulia spende per il friulano. Sapranno la Giunta e il Consiglio regionale colmare questo ritardo e intraprendere il percorso per una Regione che sia davvero autonoma e speciale? Le associazioni friulane dopo aver denunciato la situazione durante la conferenza stampa di oggi, intendono chiederlo direttamente al Consiglio regionale attraverso un'audizione urgente che sarà domandata alla V Commissione.


Udin / Udine, 27.06.2014


il portavoce del Comitât - Odbor - Komitaat - Comitato 482
Carlo Puppo