19/09/08

Il plurilinguisim inte UE al rivuarde ancje lis lenghis minorizadis

Il Comissari european pal plurilinguisim Leonard Orban (te foto) al à sotlineât ancjemò une volte che lis strategjiis de Union Europeane pe incressite de cognossince des lenghis in Europe a rivuardin no dome lis 23 lenghis uficiâls de Union, ma ancje lis lenghis regjonâls o mancul pandudis. Duncje ancje il furlan, che, no stin a dismenteâlu, e je la tierce lenghe intal Stât talian par numar di personis che le fevelin. E je ore passade che i nestris politics a scomencin a leisi lis declarazions dal Comissari Orban! Intal prin coment ancjemò detais su la notizie.

1 commento:

Matieu ha detto...

(AGI) - Bruxelles, 18 set. - Dopo l’allargamento dell’Unione Europea ad est, le lingue ufficiali sono arrivate a 23. Questa diversita’ e’ incontestabilmente uno degli aspetti piu’ caratteristici dell’Unione e deve essere vista come una carta vincente, non certo un problema. Questa la strategia di fondo del commissario europeo al multilinguismo Leonard Orban, che ha presentato oggi una comunicazione con alcuni linee guida ed un appuntamento fissato al 2012 per verificare i passi in avanti compiuti.

“La coesistenza armoniosa di numerose lingue e’ un simbolo potente dell’aspirazione dell’UE all’unita’ nella diversita’”, sottolinea il commissario, stimolando stati membri ed autorita’ locali a moltiplicare gli sforzi per una maggiore diffusione del multilinguismo. L’obiettivo da raggiungere e’ la conoscenza di almeno due lingue oltre a quella materna, il che favorira’ la mutua comprensione, la ricerca di un posto di lavoro, ma anche le attivita’ politiche ed economiche di un paese.

(...)

Il multilinguismo non riguarda solo le 23 lingue ufficiali, “ma e’ aperto a tutte le le lingue parlate in Europa: oltre 60 minoritarie e regionali”. Ce ne sono dodici anche in Italia, e la loro sopravvivenza e’ sancita dall’articolo 6 della Costituzione sulla tutela delle minoranze linguistiche. Si tratta di lingue parlate in diverse aree, che toccano un po’ tutto il territorio nazionale. E vanno dal francoprovenzale al friulano, dal grecanico al ladino, dall’occitanico al sardo. (AGI)