In ocasion de scree dal an academic de Universitât dal Friûl, il Comitât pe Autonomie e il Rilanç dal Friul al fâs sintî la sô vôs sul tentatîf di condizionâ e ridusi la autonomie de Universitât doprant il strument de fondazion uniche regjonâl. Tal prin coment l'intervent complet.
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L’Assessore all’Università della Regione FVG - in margine all’inagurazione dell’anno accademico dell’Ateneo friulano - ha candidamente dichiarato che se l’Università di Udine è sotto finanziata non sono affari suoi e che “i bilanci vanno fatti con i soldi che si hanno in cassa e non con quelli che si ritiene di dovere avere”. Si tratta di una accusa gratuita non solo al Rettore dell’Ateneo friulano, ma a tutta la comunità universitaria dopo tutti i sacrifici fatti e che si dovrannno fare e dopo una manovra di rientro, operata nelle ultime settimane dal Senato accademico, di ben 11 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, l’accusa di “fare i bilanci con i soldi che non si hanno “, rileviamo che, mentre il Rettore Compagno sostiene giustamente che per competere con l‘Università di Trieste, nel merito e nella qualità, bisogna partire anche da una stessa linea di partenza (perequazione prima della “gara”), l’Assessore sostiene una ben strana posizione. E cioè che le differenze, alla partenza, non la riguardano.
Delle due l’una: o la questione universitaria (compresa la perequazione che riguarda Udine) è tutta materia statale ma allora non si capisce che cosa ci stia a fare un Assessore regionale all’Università, o, se un Assessore regionale vuole esserci, si prenda anche parte delle responsabilità della perequazione. La tesi dell’Assessore mette in evidenza una debolezza dell’intero suo mandato. Per spendere i 6 milioni di euro di cui ha parlato il Presidente Tondo, basta infatti, ed avanza, la struttura che c’è e non serve nemmeno un Assessorato all’Università, basta la Cultura o altro che già c’è. La fondazione unica, a questo punto, nella migliore delle ipotesi, è solo un‘operazione di immagine e, nella peggiore, un vero e proprio carrozzone. Anche se si vuole mettere in piedi con l’obiettivo di condizionare e ridurre, attraverso magari il ricatto dei contributi regionali, l’autonomia e l’identità dell’Università del Friuli. Che, invece, a norma dei suoi compiti istituzionali definiti dalla apposita legge dello Stato, deve operare soltanto a favore del Friuli e del suo sviluppo economico, sociale, linguistico e culturale.
Circa l’esigenza assoluta che lo Stato annulli o fortemente riduca i gravissimi tagli finanziari apportati all’Università di Udine, tra le più eccellenti d’Italia, perché l’Assessore Rosolen e lo stesso Presidente Tondo, non intervengono con decisione sul Governo nazionale, sul Presidente Berlusconi, sulla ministra Gelmini? E se non lo fanno loro, in questa vigilia della distribuzione dei famosi 500 milioni di euro tra le Università più virtuose e bisognose d’Italia, perché tali passi non vengono fatti insieme da tutti i parlamentari del Friuli? Altre volte ciò è stato fatto e con risultati positivi per la nostra gente e la nostra terra.
COMITATO PER L’AUTONOMIA E IL RILANCIO DEL FRIULI
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